Azione e Italia viva nelle elezioni Regionali e Comunali scelgono coalizioni diverse. Il rimando al Psi di Craxi che alle amministrative si alleava indistintamente con Dc e Pci
In Sardegna con Renato Soru contro il campo largo Pd-M5S-Avs;
in Abruzzo la scelta opposta, a sostegno di Luciano D’Amico con tutto il
centrosinistra; e ora in Basilicata ecco l’annuncio di un appoggio a Vito
Bardi, presidente uscente appoggiato dal centrodestra. In Piemonte chissà. Per
le scelte di Carlo Calenda e della sua Azione, ad assetto variabile sia nelle
Regioni che nei Comuni, c’è chi ha rispolverato il Psi di Craxi che nella Prima
Repubblica si alleava alle amministrative talvolta con la Dc talvolta con il
Pci.
Una strategia che Calenda, in questo molto simile a Matteo
Renzi con Italia viva, ha fatto propria e rivendica, precisando che nelle
elezioni amministrative il suo sostegno va a chi sente più vicino alle
posizioni moderate e liberal-democratiche, senza sentirsi vincolato da logiche
di schieramento. Scelta che va di pari passo con la non condivisione
dell’alleanza tra Pd e M5S, quel campo largo che il leader di Azione non ha mai
visto di buon occhio (a partire dalle Politiche del 2022).
In questo 2024 ricco di appuntamenti elettorali, Azione ha fatto scelte molto diverse. Nella prima occasione ha sostenuto Renato Soru, non aderendo al fronte di centrosinistra che sosteneva la candidata poi eletta presidente, la pentastellata Alessandra Todde. Subito dopo quel risultato, Calenda disse che la strategia al di fuori dei due blocchi non era premiante. Di qui la disponibilità a condividere candidati con l’uno o l’altro dei due schieramenti principali. In Abruzzo Azione ha così contribuito a formare una coalizione larghissima di centrosinistra, anche se non è stata sufficiente a sconfiggere il presidente riconfermato Marco Marsilio. In Basilicata, invece, Calenda ha denunciato il mancato coinvolgimento, aggravato da una assenza di dialogo con il Pd, nella scelta dei candidati di volta in volta individuati (da Angelo Chiorazzo a Domenico Lacerenza fino a Piero Marrese). Fino all’annuncio che Azione si schiererà accanto al centrodestra per supportare la conferma del forzista Vito Bardi.
In Piemonte, al momento non è chiaro quale sarà la scelta. Come noto, Pd e M5S non sono riusciti a trovare un’intesa e i dem hanno deciso di annunciare la candidatura di Gianna Pentenero. Dal Movimento nessuna controproposta. Azione finora si è chiamata fuori e c’è chi non esclude che alla fine possa decidere di appoggiare il presidente in carica, il forzista Alberto Cirio.
Ma anche nei Comuni che andranno al voto l’8 e 9 giugno la strategia di Calenda non è univoca. A Bergamo, per esempio, è stata Maria Stella Gelmini ad annunciare che Azione darà sostegno alla candidata sindaca del Pd Elena Carnevali (senza l’appoggio del M5S, però).
I calendiani staranno
con il centrosinistra unito a Pavia e Cremona, mentre a Livorno, la città che
diede i natali al Pci ma che ha avuto anche un sindaco M5S, il segretario
regionale toscano di Azione Marco Remaschi e il segretario livornese Massimo
Vitrani hanno deciso di sostenere la candidatura a sindaco del candidato del
centrodestra, sostenuto da Fdi, Lega, Fi, Noi Moderati, Alessandro Guarducci. E
anche nel Bolognese, a Crevalcore, Azione si schiererà con il centrodestra.
Chi si è mantenuto ancora più le mani libere nella politica dei due forni è Matteo Renzi. Con il centrodestra in Basilicata e probabilmente anche in Piemonte, Italia viva starà con quello schieramento anche a Perugia. Ma il partito dell’ex premier ha già sostenuto in passato l’elezione dei sindaci moderati a Genova e Palermo e appoggiato il candidato sconfitto da Damiano Tommasi a Verona.
A Firenze, la città di Renzi, Italia viva ha indicato
un candidato proprio (Stefania Saccardi), ma ha già fatto sapere che in caso di
ballottaggio andrà a sostegno dell’aspirante sindaco del centrodestra.
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