Il risultato del Terzo Polo a Lucca vede molti chiaroscuri: il tre e mezzo per cento ottenuto non è soddisfacente, anche perché i sondaggi ci davano al sei.
La polarizzazione della sfida fra un candidato PD che per la
sua continuità con Tambellini e il suo isolamento appariva battibile e quello
del centro destra che sembrava in grande crescita, ha tolto acqua di
vegetazione alla nostra proposta.
Abbiamo perso last minute il candidato a Sindaco, ideale,
Giorgio del Ghingaro e il suo potenziale successore, Mario Pardini ci è stato
scippato per un forte e imprevisto ritorno di interesse dal centro destra.
Non ci ha aiutato lo scarso amore romano fra Calenda e Renzi,
anche se a Lucca vi è grande amicizia fra i partiti del centro.
Siamo tornati all’anno zero??
No, perché la situazione che si
è determinata, con la sconfitta del gruppo di poter legato a Tambellini e l’elezione
di un civico di centro, come Mario Pardini, che rischia di essere ostaggio di
una destra molto aggressiva, apre per il terzo polo e le forze riformiste vaste
praterie in cui operare, se si hanno le idee chiare.
Si apre la strada a quel cambiamento cui anelava la parte
culturalmente più impegnata della società civile lucchese e che era uno dei pilastri
del nostro programma.
Scompare con Tambellini, una gestione del PD chiusa,
presuntuosa e intollerante, che ci aveva precluso, con arroganza, un possibile
iniziale accordo di centro-sinistra, con la speranza che forze nuove, laiche,
moderne emergano a sinistra e si possa riprendere un confronto e un dialogo.
Il potentato dei Marcucci e la loro gestione, familiare e
aziendale, sulla maggior parte degli amministratori pubblici della Valle del
Serchio, si è indebolita ulteriormente, per le distanze prese da Letta, i
cambiamenti aziendali e la sconfitta elettorale.
Non pare ci siano a sinistra uomini o donne che possano
ricoprire, a breve, gestioni di potere e di consensi nel PD e nella società
civile lucchese, come quelle che stanno tramontando.
L’elezione del civico Mario Pardini, con la presenza forte di
una destra più aggressiva, pone con forza l’esigenza che il centro democratico
operi, sia pure nella diversità dei ruoli, con intenti comuni, per un
cambiamento sì, ma moderato e responsabile.
Ci sono le premesse perché il terzo polo, possa trovare spazi
al centro e a sinistra, portando avanti politiche coraggiose, senza ideologismi
di vecchio stampo.
Il terreno di confronto deve essere programmatico, di
contenuti e non schematico, contribuendo ad elaborare un disegno di prospettiva
a lungo termine che sappia volare alto, per riportare Lucca nel suo naturale
contesto culturale europeo e occidentale.
Francesco Colucci Riformisti per Italia Viva.

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